Fobia Specifica - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Fobia Specifica

Cosa è la fobia specifica?

La fobia è una paura marcata e persistente. La Fobia Specifica è, pertanto, una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui le persone in genere si confrontano senza particolari tormenti psicologici.

Le fobie più comuni sono:

  • Paura del buio
  • Paura dell’altezza
  • Paura degli animali (cani, insetti, rettili ecc..)
  • Paura degli spazi chiusi
  • Paura dell’acqua
  • Paura del sangue e delle ferite

Quali sono le caratteristiche peculiari della fobia?

  • E’ sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione;
  • Non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti;
  • Supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto;
  • Produce l’evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta;
  • Permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi;
  • Comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato;
  • L’individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità dell’oggetto, attività o situazione temuta.

Chi ne soffre è sopraffatto dal terrore all’idea di venire a contatto magari con un animale innocuo. Ad esempio, un ragno, una lucertola, oppure la prospettiva di compiere un’azione che lascia indifferenti la maggior parte delle persone (es. il claustrofobico non riesce a prendere l’ascensore o la metropolitana).
Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non possono controllarle.

L’ansia da fobia, o “fobica“, si esprime con sintomi fisiologici come tachicardia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza.
Si sta male e si desidera una cosa sola: fuggire!

Scappare, d’altra parte, è una strategia di emergenza. La tendenza ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate alla paura, sebbene riduca sul momento gli effetti della paura, in realtà costituisce una micidiale trappola: ogni evitamento, infatti, conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo (in termini tecnici si dice che ogni evitamento rinforza negativamente la paura).

Tale spirale di progressivi evitamenti produce l’incremento, non solo della sfiducia nelle proprie risorse, ma anche della reazione fobica della persona, al punto da interferire significativamente con la normale routine dell’individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le attività o le relazioni sociali.
Il disagio diviene così sempre più limitante.

Chi ha la fobia dell’aereo può trovarsi, ad esempio, a rinunciare a molte trasferte, e la cosa diventa imbarazzante se è necessario spostarsi per lavoro. Chi è terrorizzato dagli aghi e dalle siringhe può rinunciare a controlli medici necessari o privarsi dell’esperienza di una gravidanza.

La persona prova paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici (es., volare, animali, vedere il sangue). La situazione o l’oggetto fobici provocano qualis sempre immediata paura o ansia, determinando una reazione di evitamento o portando l’individuo a sopportarli con sproporzionati stati di ansia e paura.

Quali sono i sintomi della fobia specifica?

Principali criteri descrittivi della Fobia Specifica secondo il DSM-5 (2014)

  • Paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali (per es., avere una conversazione, incontrare persona sconosciute), essere osservati (per es., mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri (es., fare un discorso).

Nota: nei bambini l’ansia deve manifestarsi in contesti in cui vi sono coetanei e non solo nell’interazione con gli adulti.

  • L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente (cioè saranno umilianti o imbarazzanti; porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per altri).
  • Le situazioni sociali temute provocano quasi invariabilmente paura o ansia.

Nota: nei bambini la paura o l’ansia possono essere espresse piangendo, con scoppi di collera, con immobilizzazioni (freezing), aggrappamento (clinging), ritiro (shrinking), oppure non riuscendo a parlare durante le interazioni sociali.

  • Le situazioni sociali temute sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense.
  • La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale e al contatto socioculturale.
  • La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Come curo la fobia specifica?

La psicoterapia che utilizzo ai fini del trattamento delle Fobie Specifiche combina la terapia Cognitivista Costruttivista con la terapia Cognitivo-Comportamentale.

L’approccio Cognitivo-Costruttivista per la cura della Fobia Specifica mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo disturbo.

Si analizzano il contesto emotivo, cognitivo e comportamentale  (famiglia di origine, primi legami di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità) in cui la reazione fobica ha fatto il suo esordio e si è sviluppata nel tempo, valorizzando susseguentemente lo sviluppo delle risorse personali per affrontare autonomamente ed in maniera costruttiva le difficoltà che potrebbero presentarsi in futuro.

Particolarmente efficace nel trattamento della Fobia Specifica è la terapia Cognitivo-Comportamentale.

I tre tipi di tecniche maggiormente utilizzate nel trattamento delle fobie riguardano:

  • Il controllo delle sensazioni fisiche;
  • La gestione dell’ansia mentre si affrontano le cose temute o evitate (tecniche di rilassamento);
  • Il cambiamento dei pensieri inerenti lo stimolo che provoca la reazione fobica.

Il cuore dell’intervento rimane, senza dubbio, l’esposizione graduale alle situazioni temute.

Psicologo e paziente costruiscono insieme una gerarchia di situazioni temute dalla meno alla più paurosa che vengono affrontate con gradualità, o nella realtà o nell’immaginazione.