BINGE WATCHING: ABBUFFIAMOCI DI…NETFLIX! - Psicologo Prato Iglis Innocenti

BINGE WATCHING: ABBUFFIAMOCI DI…NETFLIX!

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Parliamo del concento di Binge Watching. Per farlo, proviamo a pensare ad una situazione come la seguente.

Siamo davanti alla tv, entriamo nell’applicazione di Netflix o Prime Video o simili. Scegliamo una serie tv che ci piace. Ne vediamo subito una puntata: bellissima! Appena terminata, però, decidiamo di vederne un’altra, pensando che non è poi così tardi, oltre al fatto che una puntata, peraltro, dura appena 50 minuti. Finisce anche questa. E subito, come nei cartoni animati, appare nella nostra testa il diavoletto e l’angioletto. Il primo ci spinge a vedere un’altra puntata , tanto non è molto tardi; l’altro, di contro, ci suggerisce che quella puntata la possiamo vedere anche domani, e che sarebbe bene andare a letto.

Nitente da fare! Vince il diavolo. Il problema è che vince anche alla successiva puntata, e a quella dopo. Alla fine, ci ritroviamo ad avere visto quasi un’intera stagione o averla completata nel giro di una notte! In altri termini, ci facciamo una bella scorpacciata di puntate. Ma dopo un’esagerazione, si pagano sempre delle conseguenze…!

 

Abbuffarsi di puntante in tv

Si sente parlare molto spesso di “abbuffata” quando siamo in tema di alimentazione. Infatti, un termine piuttosto usato in questo caso è Binge Eating, che sta a designare un comportamento compulsivo alimentare che porta un soggetto ad abbuffarsi con il cibo (clicca qui per leggere il relativo articolo).

Recentemente è apparso un termine simile, ma applicato ad un campo diverso. Infatti, si parla di Binge Watching. La parola Binge si traduce con “abbuffata”, mentre “watching” significa “guardare”. Pertanto, indica il comportamento di guardare più puntate di un programma (ad esempio serie tv) in maniera compulsiva e continuativa.

In questo caso, una persona avverte una forte spinta a guardare, una dopo l’altra, le puntate di una serie o un programma, accompagnata, di fatto, da una forte necessità di gratificazione immediata appena ne finisce una. In questo caso, l’individuo, specie nelle forme più forti, avverte la compulsione a vederne un’altra, senza soppesare le conseguenza di questa scelta.

 

Binge Watching: Malattia o passione esagerata?

Innanzi tutto è bene ribadire una cosa: non stiamo parlando di una malattia!

Potrebbe, però, diventare un comportamento distorto nel momento in cui tutto ciò comporti una serie di contrazioni nella propria vita. Ad esempio, guardare cinque o sei puntate potrebbe comportare andare a letto molto tardi, con la conseguenza di svegliarsi molto stanchi. Ciò può rendere la giornata lavorativa o di studio poco fruttuosa, con momenti anche di forte nervosismo dovuta alla spossatezza accumulata. Se ciò dovesse ripetersi più volte durante l’arco della settimana, è possibile che il Binge-Watching si trasformi in un problema, in quanto ricadrebbe in maniera sostanziale nella propria vita lavorativa e/o affettiva e sociale.

Un altro aspetto connaturato con quanto detto fino ad ora è l’isolamento dagli altri . Spesso, difatti, queste persone tendono a stare da soli, fino a notte fonda, guardando ossessivamente puntate su puntate. Tutto questo comporta forti rischi, tra cui non uscire più, non frequentare le persone care, la paura di non poter interrompere questa catena, pensieri rimuginativi e pensiero fisso sulle puntate viste.

Alcuni studi hanno evidenziato un fenomeno da loro denominato “post-binge watching blues”, ovvero una sorta di depressione dovuta alla fine di una serie. Infatti, chi ha passato ore su ore, giorni su giorni, settimane su settimane a guardare la stessa serie, ha il cervello bombardato letteralmente dalla stessa informazione. Diventa una sorta di sfondo della giornata, le stesse attività del giorno vengono coordinate intorno all’appuntamento serale della serie tv.  Immaginiamoci di arrivare all’ultima puntata. Tutto finito! La persona sperimenta vuoto, abbandono, senso di perdita verso qualcosa che rappresentava uno sfondo quotidiano. Ciò può comportare irrequietezza, tristezza, angoscia.