La coperta di Linus - Psicologo Prato Iglis Innocenti

La coperta di Linus

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La coperta di Linus è in assoluto uno degli esempi più interessanti e ben congeniati del concetto psicologico di relazione.

Fin da piccoli, noi essere umani (ma non solo!) creiamo relazioni. Nasciamo che siamo piccoli e fragili, assolutamente non in grado di cavarcela da soli (a parte il buon Baby Herman del bellissimo film Chi ha incastrato Roger Rabbit!). Abbiamo, pertanto, un profondo bisogno di essere accuditi al 100%. Così, il legame con una figura di attaccamento (solitamente la madre, ma non solo) diventa una questione di sopravvivenza.

Ma questo legame affettivo con la figura di attaccamento o caregiver è destinato a modificarsi, man mano che il bambino cresce e acquisisce nuove abilità, sia cognitive che motorie. Lentamente diventa sempre più autonomo, portando anche il legame con la madre a cambiare nel tempo. In altri termini, la madre non è necessario che sia sempre presente. Pertanto, il bambino sperimenta una separazione.

La separazione dalla madre genera frustrazione e ansia. Intendiamoci: non è una frustrazione debilitante in assoluto. È un “piccola ferita” necessaria, affrontata la quale lo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino diventa più articolato e “robusto”.

Uno degli escamotage utilizzati per gestire questa frustrazione o ansia da separazione è proprio la creazione di una “coperta di Linus”: ovvero il bambino crea una sorta di nuovo legame con un oggetto (pupazzo, coperta, cappello, maglietta, giocattolo etc.), su cui proietta un significato affettivo. In altre parole, quell’oggetto diventa il sostituto materno, che conforterà il bambino in assenza della madre. Una fonte di sicurezza che lo sosterrà nei momenti di separazione.

 

La coperta di Linus e Oggetto Transizionale

Chi è Linus? È il personaggio di uno dei fumetti più amati di tutti i tempi: Peanuts di Charles M. Schulz.

È l’amico di Charlie Brown, uno dei protagonisti del fumetto. Linus, in pratica, è un bambino molto intelligente, capace di fare dissertazioni articolate su svariati argomenti riguardanti la vita. Ma a dispetto di questa dote, rimane un bambino fragile e impaurito del mondo. Proprio per questo, porta con sé sempre un pezzetto di stoffa, appunto la coperta, che dona al piccolo Linus una sensazione di sicurezza nell’affrontare il mondo.

Separarsi da quel pezzo di stoffa significherebbe sentirsi profondamente vulnerabile e cadere nello sconforto, nella paura, nell’angoscia di sentirsi sopraffatti da ciò che c’è all’esterno. In altre parole, perdere il controllo su ciò che si ha attorno.

In Psicologia questa dinamica è stata ben descritta dallo psicoanalista Donald Winnicott con il termine di Oggetto Transizionale. In poche parole, il bambino sceglie un oggetto qualsiasi, solitamente un pupazzo o indumento, e lo investe affettivamente creandovi una relazione simbolica ed immaginaria ma molto (psicologicamente ed emotivamente) reale. Questo oggetto garantisce al bambino un supporto affettivo ed emotivo, consentendogli di staccarsi dalla figura di attaccamento. Pertanto, è ciò che gli assicura protezione in assenza del proprio punto di riferimento affettivo.

 

E in età adulta?

Si pensa che crescere significhi staccarsi totalmente dal mondo infantile che ci ha preceduto. Ma, come ci insegna Peter Pan, noi tutti portiamo dentro un piccolo “sé” che ha radici molto lontane nel tempo. Ovviamente cresciamo percorrendo un lungo pezzo di strada, ma senza andare poi così tanto lontano come penseremmo!

Non ditemi che per voi è stato facile vendere il primo motorino che avete avuto a 14 anni! Per me fu uno strazio! Oppure, ricordate quanto è stato difficile non trovare più la maglietta preferita di quando eravate con gli amici a vedere le partite di calcio in tv o allo stadio? Oppure la prima volta che avete lasciato la casa dove siete cresciuti che dolore! O ancora: lasciare la fidanzata o il fidanzato della vostra adolescenza!

Insomma, questi sono solo alcuni esempi delle tante “coperte d Linus” che abbiamo nella nostra vita. Oggetti di per sé con un valore assai ben diverso rispetto a ciò che siamo disposti a concedergli. Eppure, questi stessi oggetti diventano fonte di sicurezza e conforto, che non riusiamo a mollare per paura di affrontare le nostre più recondite angosce.