Pensieri intrusivi: cogito non ergo sum - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Pensieri intrusivi: cogito non ergo sum

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Alle volte può capitare di avere la sensazione di avere pensieri intrusivi in testa, tanto da farci esclamare: “Non sono io che penso questo!“.

Magari immagini fugaci, oppure brevi commenti o pensieri più strutturati e vividi che si impongono sul nostro palcoscenico mentale. Ma il cui allestimento, ahimé, non porta la nostra firma.

Ma allora che cosa sono?

 

Pensieri Intrusivi

Si chiamano così. Infatti, arrivano senza essere invitati. Un po’ come un imbucato alla festa che, non essendo stato invitato, non dovrebbe essere lì.

Alcuni sono pensieri innocui. Ad esempio, immaginiamo un ragazzo che sta lavando l’auto. In quel mentre passa lì vicino un bellissima donna, con il cane a passeggio. Il primo pensiero sarebbe: “Wow! Che bella ragazza!“.

Tutto normale, giusto?

Bene. Ora però immaginiamo che quel ragazzo, invece di pensare quella frase, gli venga in mente l’immagine di lui che molesta la ragazza con il cane. Come sarebbe la sua reazione, non esseno né un molestatore, né tantomeno una persona violenta?

Qui nasce il problema. Quella immagine sarebbe fonte di forte disagio, non riconoscendosi in quel comportamento. Azionerebbe tutta una sequela di pensieri su se stesso, domande e dubbi che lo porterebbero a domandarsi: “Ma allora io potrei essere in grado di farlo?“, “Ma io lo farei mai una cosa del genere?“, “Ma non è che sotto sotto io sono una persona cattiva?“. E via di seguito.

Sono pensieri intrusivi proprio perché, nonostante il soggetto si accorga che quei pensieri siano assurdi, causano comunque un grande disagio e vergogna. Sono spesso presenti in disturbi psicologici quali il Disturbo Ossessivo-Compulsivo.

 

Un primo passo verso lo star bene: è solo un pensiero!

Ciò che rappresenta davvero il problema non è tanto il pensiero in sé, quanto l’attenzione e l’attivazione emotiva che viene investita “sul” pensiero. Ecco perché, paradossalmente, una prima forma di intervento terapeutico è proprio questa: accettare che sia SOLO un pensiero.

Cosa è un pensiero? In pratica, NIENTE!

O meglio: è qualcosa di importante solo su un piano astratto, mentale, psichico. Ha senza dubbio una rilevanza, ma attenzione a guardarlo come un aspetto rappresentativo e/o rivelatore della nostra personalità o di una nostra volontà.
Noi tutti abbiamo pensieri irrazionali che, alla luce dei fatti, non rappresentano il nostro vero modo di essere. L’esempio più eclatante: quando ci affacciamo da una finestra o un balcone, la stragrande maggioranza delle persone ha immagini sul cadere di sotto, o pensieri del tipo: “Ma se cadessi giù?“, “Ma se all’improvviso mi buttassi di sotto?“. Benché possano sembrare pensieri suicidari, in realtà sono solo fugaci flash che non rappresentano in alcuna maniera la propria volontà di morire.

Oppure quando siamo in auto è pensiamo: “Ora scendo e l’ammazzo quello!“. Non significa che siamo dei provetti serial killer in procinto di dare sfogo al nostro più profondo e inconscio inferno emotivo. Sono pensieri che potremmo definire “allegorici“: rappresentano un’intensa rabbia, un momento di forte stress, ma non quello che REALMENTE vorremmo o potremmo fare! 

Pertanto, accettare che un pensiero SIA SOLO UN PENSIERO, significa fidarsi, innanzitutto, di ciò che realmente siamo, al di là dei pensieri che avvertiamo non nostri.